Kia ha recentemente scosso i social con una campagna pubblicitaria audace lanciata in Scandinavia, che prendeva di mira Elon Musk e Tesla, giocando sul crescente malcontento di alcuni utenti nei confronti delle azioni e delle dichiarazioni pubbliche del CEO. Questa iniziativa ha attirato l’attenzione non solo a livello locale, ma anche su scala globale, sollevando discussioni sull’etica e sull’efficacia delle pubblicità comparative nel settore automobilistico.

Che tradotto in italiano: Ho comprato questo dopo che Elon è impazzito.
La campagna ha subito generato un acceso dibattito, con reazioni contrastanti da parte del pubblico:
“I bought this before Elon went crazy” è più di una semplice frase ironica: è un commento che racchiude molteplici riflessioni sul rapporto tra tecnologia, personalità pubbliche e scelte dei consumatori. Riflette come i consumatori di oggi non solo scelgano prodotti per le loro caratteristiche tecniche, ma anche per il messaggio culturale e sociale che vogliono trasmettere.
Alcuni hanno applaudito l’audacia di Kia, considerandola una mossa intelligente per attirare attenzione e distinguersi in un mercato dominato da Tesla. L’umorismo e la provocazione sono stati visti come strumenti efficaci per sottolineare l’alternativa offerta da Kia con i suoi veicoli elettrici.D’altra parte, molti sostenitori del marchio americano hanno criticato duramente Kia, definendo la campagna una “trovata disperata” e “poco professionale”. Alcuni hanno sottolineato che concentrarsi sul concorrente piuttosto che sulle qualità del proprio prodotto potrebbe essere controproducente.
Tra i critici più illustri c’è stato l’influencer Sawyer Merritt, noto per il suo supporto a Tesla, che ha condiviso la pubblicità su X (ex Twitter). Questo ha attirato l’attenzione dello stesso Elon Musk, che ha risposto in maniera laconica, domandandosi se l’iniziativa fosse reale. La reazione di Musk, pur non eccessivamente critica, ha contribuito a dare ulteriore visibilità alla vicenda.
Di fronte alle polemiche Kia ha rapidamente rimosso il post dalla sua pagina Instagram norvegese e si è dissociata dall’iniziativa, dichiarando che si trattava di una campagna gestita da un team locale e non approvata centralmente. Questa presa di distanza potrebbe essere interpretata come un tentativo di minimizzare i danni alla reputazione del marchio, soprattutto nei mercati dove Tesla ha una base di clienti molto fedele.
